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Nona puntata del podcast di marketing legale

I segreti di LinkedIn

Gli obiettivi della comunicazione su LinkedIn sono essenzialmente due:

  1. generare traffico per il sito dello studio;
  2. avviare relazioni in rete con contatti, colleghi e soprattutto potenziali clienti.

La comunicazione su LinkedIn va accompagnata sempre dalla consapevolezza di questi due obiettivi.

Tutto lo studio deve essere coinvolto nell’attività di condivisione e diffusione dei contenuti prodotti dallo studio e aiutare i post ad essere visti e commentati, attraverso l’attività di condivisione.

I post devono passare dalla pagina professionale dello studio per poi essere condivisi da tutti coloro che ci lavorano, accompagnati da un breve testo che già dalle prime battute deve inquadrare l’argomento.

LinkedIn premia i post che sono composti correttamente, non troppo lunghi e non troppo frequenti. L’attività di generazione dell’engagement è successiva e numerosi trucchi per renderla più efficace.

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Benvenuti al podcast di marketing legale, continuiamo a parlare di LinkedIn.

Abbiamo detto più volte che lo scopo principale dell’uso dei social network è quello di aumentare il traffico al sito, di consentire, cioè, che l’audience alla quale ci rivolgiamo frequenti il nostro sito, lo navighi cercando informazioni e possibilmente contatti lo studio legale.

Lo scopo secondario e altrettanto importante è di generare engagement, cioè interesse nell’audience che abbiamo scelto come target della nostra comunicazione, allo scopo di avviare relazioni in rete, relazioni che possono essere poi coltivate in rete o magari tradursi in relazioni effettive, professionali, di colleganza o, perché no, in rapporti con nuovi clienti.

Per ottenere il primo scopo (cioè quello di aumentare il traffico al sito internet), abbiamo detto che conviene creare una pagina istituzionale dello studio sulla quale postare abbastanza pedissequamente le stesse cose che si possano sul sito.

L’avverbio abbastanza è estremamente importante perché non si deve pubblicare pedissequamente quanto già pubblicato sul sito, ma si deve condividere sui social quanto già pubblicato sul sito anticipando lo con poche righe di contenuto che consentiranno di averne una agevole lettura, ma anche che individuano l’argomento correttamente, immediatamente, sin dalla prima o seconda riga del post e che invogliano a proseguire la lettura sul sito dello studio.

La pagina dello studio è una funzionalità gratuita di LinkedIn va compilata in tutte le sue parti.

Si possono mettere tutti i recapiti dello studio, il logo, l’immagine e molte altre cose. Tutti i collaboratori dello studio che hanno un profilo su LinkedIn (e sarebbe meglio l’avessero), dovranno quindi dichiarare di lavorare presso quello studio.

Quanto la pagina aziendale sarà online, LinkedIn riconoscerà lo studio come fosse, appunto, un’entità presso la quale si può lavorare.

Questo legame tra i profili personali e la pagina cosiddetta aziendale, (preferiamo chiamarla la pagina di studio), per LinkedIn è molto importante, soprattutto perché intercetta tutte le connessioni tra i profili personali di profili collegati a quella pagina di studio e le valuta come interazioni importanti sì, ma non decisive.

In sostanza, se un post esce dalla pagina dello studio e ottiene dei mi piace da chi lavora in quello studio, Linkedin se ne accorge e boccia il post non rendendolo poi visibile anche ad altri.

Oltre ai “mi piace” di chi lavora nello studio dovranno esserci “mi piace” anche di persone estranee allo studio. Per ottenere questo, chi lavora nello studio non deve limitarsi a mettere un “mi piace”, ma deve condividere il contenuto.

Cercando di creare quindi il engagement con la propria audience personale nei confronti del contenuto dello studio.

L’attività di comunicazione è quindi una attività collettiva.

Abbiamo detto che quello che è veramente importante è comunque postare con costanza, frequentare il social, interagire con i propri contatti, commentare anche quello che fanno gli altri, condividerlo, mettere dei “mi piace”, naturalmente per argomenti che sono affini alla nostra inclinazione.

Non bisogna però essere iperattivi perché LinkedIn vuole che questa attività sia spontanea, effettivamente generata dall’autore e non in modo automatico da software specifici.

LinkedIn dunque premia i post e premia le persone, gli autori, che postano una o due volte al giorno, ma comunque non a distanza troppo ravvicinata tra un post e l’altro.

Ci sarebbe ancora moltissimo da dire su Linkedin, ma quello che vorrei trasmettervi è che si tratta di un’attività che, per essere veramente efficace, ha bisogno di un approccio professionale, o quantomeno di un approccio consapevole.

la comunicazione in generale richiede un approccio consapevole, quindi va valutata nella sua efficacia in relazione alla strategia, che sia alla pianificazione che si riesce a realizzare e all’impegno che ci si mette nel perseguire l’obiettivo stabilito.

Nella prossima puntata, che sarà l’ultima di questo ciclo, vorrei occuparmi proprio del piano editoriale dello studio e di come questo possa aiutare a perseguire gli obiettivi di comunicazione.

Grazie dell’ascolto alla prossima.