Podcast, Blog, Comunicazione, Marketing legale

Ottava puntata del Podcast di marketing legale con Paola Parigi

L’uso di LinkedIn per la comunicazione dello studio legale

 

Social network per l’attività professionale per eccellenza, LinkedIn è molto generoso di informazioni sul funzionamento dell’algoritmo.

Tenendo conto di quello che si sa del suo funzionamento, la piattaforma è ideale per conquistare una reputazione e contatti per gli avvocati che si occupano di materie di interesse di una clientela di tipo aziendale.

Come si imposta una strategia corretta perché la propria comunicazione su LinkedIn ottenga l’effetto sperato?

L’obiettivo principale resta quello di generare traffico per il sito internet dello studio, quello secondario quello di generare contatti e relazioni che possano sfociare in relazioni professionali con colleghi e potenziali clienti.

Le regole sono poche ma vanno seguite:

  1. postare con costanza seguendo una pianificazione coerente con le proprie materie di elezione;
  2. aggiungere una foto, una illustrazione o un video accattivante e di buona qualità;
  3.  condividere i contenuti del proprio sito sulla pagina di studio e poi ricondividere sul profilo personale per aggirare alcune rigidità dell’algoritmo;
  4. stimolare, grazie ad argomenti che suscitano interesse e curiosità, i “mi piace”, i commenti e le condivisioni ai propri post;
  5. avere un atteggiamento proattivo e costruttivo, mettendo “mi piace”, commentando e condividendo anche contenuti prodotti da altri.

Scarica la puntata in formato.mp3

Ascolta la puntata del podcast su Buzzsprout

 


Leggi la trascrizione della puntata

LinkedIn, è una piattaforma nata per la ricerca di personale veniva utilizzato prevalentemente dai Cacciatori di teste o dal settori Human resources delle aziende di conseguenza veniva popolato da numerose persone che pubblicavano il proprio profilo allo scopo di essere contattate per dei nuovi lavori.

Secondo i dati più recenti LinkedIn questo momento conta 675 milioni di utenti mensili di cui il 57% uomini, ben 30 milioni di aziende nel mondo sono su LinkedIn e si calcola che quasi il 50% di tutto il traffico internet verso i siti delle aziende in tutto il mondo provenga da LinkedIn.

È quindi un social network che ha una forte caratterizzazione professionale; su LinkedIn si parla esclusivamente di lavoro.

Questa premessa è fondamentale proprio perché il target che si colpisce utilizzando LinkedIn come strumento di comunicazione per un avvocato un studio legale è quello professionale.

Chi si rivolge, coi propri servizi, alla persona e alla famiglia non troverà grandissimo interesse su LinkedIn.

È più facile, invece che lo riscontri chi si occupa di diritto societario, commerciale, tributario, immobiliare e di tutte quelle branche del diritto che si rivolgono a una clientela aziendale.

LinkedIn pubblica spesso e volentieri informazioni su come funziona il proprio algoritmo, ovvero su quali sono le scelte che la piattaforma compie per decidere quali post mettere in evidenza,  quali diffondere in maniera capillare e quali invece penalizzare.

Come si imposta dunque una strategia corretta perché la propria comunicazione su LinkedIn ottenga l’effetto sperato?

Ricordiamo che l’obiettivo principale della comunicazione sui social deve rimanere la generazione di traffico verso il sito dello studio legale l’obiettivo di portare traffico al sito potrà essere raggiunto se cliccando sul sito i contenuti dello stesso vengono condivisi sui social network.

Il problema è che LinkedIn per sua scelta penalizza proprio i contenuti che contengono un link che porta fuori dalla piattaforma bisogna. Quindi per aggirarlo il metodo più semplice è quello di costruire una pagina professionale di studio che non avrà altro scopo che quello di rappresentare lo studio nella sua forma più istituzionale e quindi ripetere in maniera abbastanza pedissequa la comunicazione adottata sul sito e poi di condividere sul proprio profilo personale, e di conseguenza sul profilo personale di tutte le persone che lavorano nello studio, che sono a quella pagina collegate, il contenuto pubblicato dalla pagina.

In questo modo il link al sito non sarà più un link out fuori dalla piattaforma, ma sarà un link in e cioè rimanderà il lettore all’interno della piattaforma.

Questo aiuterà il contenuto a essere diffuso, a essere visto da chi è interessato a quel certo argomento.

La stessa forma del testo deve avere una struttura amica dell’algoritmo di LinkedIn:

  • essere  comprensibile sin dalle prime due tre righe
  • ben descritto
  • non superiore alle 1200 battute
  • possibilmente corredato da un’immagine.

Così verrà posto in vista della più stretta cerchia di amici, cioè delle persone con le quali si ha un contatto primario e che interagiscono più di frequente con il nostro profilo.

Se queste persone metteranno mi piace qualche commento, magari condivideranno il contenuto, allora la cerchia delle persone a cui contenuto sarà mostrato si allargherà; in sostanza il contenuto verrà mostrato anche a molte ore di distanza dalla effettiva pubblicazione.

La cerchia si allargherà e continuerà ad allargarsi se riceverà consensi, cioè “mi piace”, commenti (che sono molto importanti), e condivisioni.

Ultimamente LinkedIn ha introdotto un altro criterio: la permanenza del lettore sul post.

LinkedIn, riesce a misurare quanto a lungo le persone si soffermano su un contenuto per leggerlo, magari rileggerlo ed elaborare un commento. L’analisi viene compiuta solo per la navigazione da supporto mobile, quindi da smartphone.

Come intuite, le strategie devono cercare in qualche modo di assecondare i meccanismi degli algoritmi e gli algoritmi vengono continuamente perfezionati.

L’unica strategia veramente utile e veramente efficace è quella di utilizzare con costanza la piattaforma, di postare con una certa regolarità, attenendosi agli argomenti di elezione.

Alla prossima per altri segreti del mestiere.

Vai alla puntata precedente