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L’intelligenza artificiale sostituirà i giudici, se ne parlava già nel 2006!

di Paola Parigi

«Separarsi al computer: equità e risparmio dal giudice elettronico»

Cultura della conciliazione e intelligenza artificiale confluiscono nei progetti di soluzione informatica delle controversie. Scopriamo cosa hanno realizzato di australiani

Pubblicato su Studio 24 Il Sole 24 Ore gennaio 2006

La conciliazione e la soluzione alternativa delle controversie (devoluzione ad arbitri di un conflitto legale) sono solo parzialmente e lentamente entrate nel nostro sistema giuridico. Le società di mediazione che si propongono di sostituire in tutto o in parte il ruolo dei giudici nele dispute cicili e commerciali stentano a decollare e ciò, nonostante il nostro sistema giuridico le consideri legittime o, come nel caso di conflitti societari, le preveda espressamente.

Lontano dala nostra cultura giuridica è certamente l’uso della mediazione non svolta da un legale quale fase di predisposizione delle condizioni di separazione o divorzio per le coppie in crisi.

Nessuno si rivolge, per la gestione di questo genere di liti che in ogni caso sfociano in Tribunale, a qualcuno di diverso da un avvocato (o di più avvocati), né per delegaare la delicata negoziazione dei rapporti di do ut des che sottendono qualunque buon accordo, né per ottenere consigli su quali siano i migliori assetti.

Altrettanto distante dalla nostra cultura è la percezione che al legale si possa sostituire una macchina, o meglio , un computer, che attraverso un software espressamente concepito allo scopo, rivolga le giuste domande ai contendenti per ottenere da loro una lista e soprattutto un grado di priorità rispetto ad ogni richiesta avanzata con l’obiettivo di sfornare il miglior accordo possibile.

Del tutto inaspettato sarebbe per i giuristi italiani che la macchina, forse meglio di loro, è in grado di analizzare le diverse opzioni e fornire risposte che soddisfano le richieste delle parti in misura maggiore al fifty-fifty generalmente considerato come buon risutato.

Le ricerche svolte in Australia e segnatamente nella Universtà di Nballarat e di Melbourne hanno invece dato risultati ottimi in questo senso.

Il professore Andrew Stranieri e il professor Zeleznikow, insieme alla docente, di chiare origini italiane, Emilia Bellucci che proprio su questo progetto ha svolto il proprio PHD, si sono basati per la costruzione dei loro due software Split-up e Family Winner sulla teoria dei giochi resa celebre per esssere valsa un Premio Nobel in economia a John Nash, che tutti ricordiamo interpretato da Russel Crowe nel film A beautiful mind di Ron Howard.

 

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