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La sesta puntata del Podcast di Marketing legale con Paola Parigi

I Social network per avvocati sono strumenti molto utili di comunicazione.

Hanno due funzioni sostanziali:

  • generare traffico per il sito dello studio
  • aumentare e coltivare relazioni in rete.

Nei due casi la comunicazione è leggermente diversa, più istituzionale quando si condividono contenuti generati inizialmente sul sito, più informale e dialogante quando si condividono contenuti altrui o si partecipa a discussioni.

Ogni social ha però il suo target e i suoi segreti, per ottenere i migliori risultati bisogna imparare a conoscerli e misurarli.

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Benvenuti al podcast di marketing legale, oggi parliamo dell’uso dei social network per avvocati e studi legali.

L’attività di postare contenuti sui social network per un avvocato o uno studio legale ha senso per due ragioni:

•  la prima, di generare traffico verso il sito dello studio legale;

• la seconda, di intrattenere e aumentare le proprie relazioni on-line.

Ciascun contenuto dei social network può dunque essere interessante perché induce i lettori a visitare il sito dello studio e quindi a prendere conoscenza e contatto con la realtà dell’avvocato nel suo più ampio complesso e ad avviare una relazione direttamente sulla piattaforma.

Possiamo definire la prima di queste attività come  «comunicazione istituzionale»: lo studio o l’avvocato pubblicano un contenuto di valore sul sito e poi lo condividono sui social perché venga visto da più persone. Queste persone leggendo il contenuto di valore, sono incuriosite a proseguire la navigazione sul sito, quindi quello che conta è portare persone ad aprire il sito per la prima volta a tornarci, o magari, mentre sono nel sito visiteranno anche altre pagine, perciò aumenta la loro permanenza.

Nel secondo caso, si può trattare di contenuti che  provengono dall’avvocato o dallo studio legale, ma che non hanno un loro antecedente sul sito, oppure di contenuti altrui che vengono condivisi sui social direttamente; può trattarsi di note, di articoli di approfondimento, di informazioni prese da giornali e riviste online, oppure anche di commenti su fatti appena accaduti o vicende che stanno interessando l’opinione pubblica  in quel momento.

Parliamo in questo caso di «comunicazione Social» da non confondersi quindi con quella di cui abbiamo parlato poco fa che è la comunicazione istituzionale.

Entrambe però si svolgono sui social network e quindi hanno un lato come dire di socialità appunto che tiene conto della reazione dei lettori a quello che viene postato.

Se così non fosse i social non avrebbero alcun senso, mentre ne ha invece sapere che l’obiettivo primario di queste due diverse forme di comunicazione, è differente.

Nel primo caso, ripeto, è quello di generare traffico per il sito, nel secondo caso, di avviare o coltivare relazioni on-line.

Entrambe le forme di comunicazione devono tener conto dello strumento che si utilizza e quindi della sua potenziale capacità di generare interazioni, commenti, condivisioni, quello che in gergo viene chiamato engagement.

Nell’un caso e nell’altro, quindi bisogna fare attenzione.

Non solo a come si postano le notizie, a come si condividono i contenuti del sito, a come si commenta e ai segreti del mestiere che possono aiutare i contenuti ad avere successo, ma occorre anche seguire l’evoluzione del contenuto e cioè le reazioni che hanno avuto, riscontrarle e soprattutto misurarle per vedere se la comunicazione che si sta effettuando ottiene l’effetto sperato.

Nella prossima pillola ci occuperemo del target della comunicazione, cioè dei destinatari che si hanno in mente così da capire qual è il social network migliore per ciascun tipo di comunicazione e per ciascun tipo di avvocato.

 

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